Articolo apparso
su l'OSSERVATORE ROMANO di Mercoledì 21 Febbraio 2001
IL DOPO GIUBILEO La parrocchia di San Barnaba al Casilino
Un rinnovato entusiasmo a servizio degli altri
Far rivivere nell'azione quotidiana lo
spirito di solidarietà e d'accoglienza
sperimentato durante il Giubileo è l'ideale a cui s'ispirano i
fedeli della parrocchia romana di san Barnaba
nel caratterizzare la propria azione
all'indomani della chiusura della Porta Santa.
La redazione di un giornalino destinato
all'individuazione delle problematiche della nuova povertà del quartiere, il coinvolgimento dei ragazzi in
attività di
carattere essenziale, nel tentativo di
stabilire un gemellaggio con i giovani
ospitati nel coro della GMG: ecco i temi su cui i sacerdoti
Pavoniani (Figli di Maria Immacolata), dediti
alla cura pastolare della comunità
parrocchiale del quartiere Casilino, volgono lo sguardo per
intraprendere il cammino futuro con un nuovo
slancio spirituale.
Non disperdere quel senso di disponibilità al
prossimo sperimentato tanto intensamente nel
corso dell'Anno Santo, dunque, è il tema comune a tutte le iniziative proposte dalle varie realtà della Parrocchia
di San Barnaba. Ed uno degli ambiti in cui
si riversa tale impegno è costituito dalla Casa Famiglia, un centro diurno di assistenza primaria nei
confronti delle famiglie, un servizio
rivolto alle nuove forme di povertà che,
concretizzandosi con l'accoglienza dei bambini
provenienti da famiglie in condizioni
difficili, si avvale dell'apporto di professionisti e di
volontari.
E' esistente da circa 10 anni, ma l'Anno Santo sembra aver sviluppato una maggior sensibilità verso tale realtà,
come evidenziano le
parole della signora Clara Fantini,
coordinatrice della struttura: "Nel corso
del Giubileo i ragazzi appartenenti a vari gruppi della parrocchia
hanno offerto la loro disponibilità per
svolgere un'attività di volontariato nell'ambito
della Casa Famiglia: aiutano i bambini a fare i compiti, giocano
con loro e li stimolano a sviluppare nuove
forme di creatività.
Proprio per dare seguito allo spirito
giubilare, costituito dall'accoglienza e dalla carità, abbiamo deciso di coinvolgere i ragazzi dei vari
gruppi parrocchiali nella redazione di un
giornalino che, nato come espressione della nostra struttura, costituirà una sorta di cassa di risonanza
delle problematiche del quartiere".
Il progetto che prenderà avvio a partire dal mese di marzo, e verrà cadenzato da un'uscita mensile, è espressione del
desiderio di offrire assistenza e supporto
alle necessità del mondo disagiato. "Ogni gruppo
di giovani si dedicherà alla redazione di uno specifico articolo
tramite il quale cercheremo di mettere in luce
una particolare problematica del nostro
quartiere - ha aggiunto la signora Clara -. Abbiamo deciso di coinvolgere i ragazzi della parrocchia perché sentivamo
l'esigenza di dare risposta all'affermazione
con la quale il Santo Padre ha definito sentinelle del mattino".
I ragazzi di oggi, infatti, possono essere i promotori di un cammino nuovo che, sviluppato all'interno della
parrocchia, potrà portare a conoscenza di
tutti il valore della solidarietà e dell'accoglienza".
"Celebrare il Giubileo vuol dire
sensibilizzarsi verso la carità - ha proseguito
la signora Fantini -. Di certo attivarsi per dare amore al
prossimo è un impegno a cui tutti siamo
chiamati in ogni momento della
nostra vita, non solamente durante l'Anno
Santo. Quindi, è nostro obiettivo
far si che tale spirito si propaghi a raggiera
nella società."
Ma la solidarietà è il tema che ispira anche
le altre iniziative di cui si
rende promotrice la comunità di San Barnaba,
come evidenza il parroco, padre
Mario Bertola: "E' l'accoglienza il valore
principale che i giovani hanno
individuato nel Giubileo. Se stimolati e
guidati, loro si dimostrano ben
disposti ad offrire la propria disponibilità
per il sostegno del prossimo.
Ed oggi sono molti i ragazzi che continuano ad
impegnarsi per portare nel
quotidiano lo spirito di solidarietà
conosciuto durante l'Ano Santo.
Il
volontariato nell'ambito della Casa Famiglia,
il sostegno nei confronti
degli ammalati e l'assistenza in favore degli
anziani sono solamente alcune
delle iniziative che vedono il loro
coinvolgimento".
Una sensibilità
testimoniata dai giovani del quartiere anche
nel corso della Giornata
Mondiale del Malato, vissuta con la
celebrazione ucaristica ed il rito
dell'unzione degli infermi. "In tale occasione
molti giovani hanno offerto
la loro disponibilità per aiutare e assistere
i disabili desiderosi di raggiungere la
chiesa per prendere parte all'importante evento - ha
proseguito padre Mario -.
Accompagnare gli ammalati in parrocchia,
assisterli nel corso della funzione e
riportarli nelle loro abitazioni al
termine del momento liturgico sono le azioni
concrete per le quali i ragazzi
del quartiere hanno deciso di impegnarsi.
Ma loro si propongono di portare
avanti questo spirito di accoglienza e di
servizio anche in molte altre
occasioni, quali la festa di San Barnaba
dell'11 giugno e la giornata
dedicata al pranzo degli anziani".
La vaglia di non disperdere il dono della
solidarietà emerso dal Giubileo
induce la comunità parrocchiale ad offrire
assistenza alla popolazioni che
vivono in alcune sfortunate zone del mondo.
"Ancor prima dell'Anno Santo, la
nostra chiesa erogava fondi per il sostegno
delle popolazioni di Sarno, la
cui componente giovanile è stata ospitata qui
da noi nel corso della GMG.
Oggi, tali aiuti sono destinati ad alte zone
del mondo colpite da disastri
naturali, come il Salvador e l'India. Inoltre,
i giovani sono stai toccati
dall'aspetto dell'accoglienza. Pur non
comprendendo il linguaggio dei
pellegrini francesi ospitati, ad esempio, sono
riusciti a comunicare conloro: il sorriso e
la loro disponibilità si sono rivelati elementi diretti
ed efficaci, più di tante parole".
Ma lo spirito di amicizia e di fratellanza
scaturito dall'ospitalità offerta
ai giovani campani durante la GMG, molto
probabilmente troverà seguito ella parrocchia
di San Barnaba. "Oggi a Sarno c'è un sacerdote pavoniano che sta
studiando alcune idee per mettere in relazione
le due realtà - ha spiegato
padre Mario -. Ci auguriamo che tale
collegamento possa portare, durante
l'estate, alla realizzazione di un campo
scuola o ad uno scambio di
esperienze, finalizzato al proseguimento del
rapporto di amicizia ed
all'avvio di un cammino spirituale
comunitario.
Ci troviamo ancora in una
fase embrionale, ma il progetto è in corso".
"Se questo proposito dovesse
essere seguito - ha aggiunto padre Antonio
Andrella, sacerdote pavoniano
attualmente a Sarno -, riusciremmo a
riattivare un collegamento attualmente
sospeso e, così facendo, a dare seguito
all'affermazione del Papa, il quale
disse ai giovani riuniti a Tor Vergata: Se
sarete quel che dovete essere
metterete fuoco tutto il mondo! Ciò significa
che l'entusiasmo vissuto a
Roma deve essere tradotto nella spinta
interiore che induce ciascuno a
testimoniare Cristo sempre e dovunque, in ogni
momento della vita.
Proprio
per questo desideriamo far incontrare
nuovamente i giovani e riproporre lo
spirito che ha animato il loro raduno estivo".
La forte motivazione che spinge tanti ragazzi
ad agire in ambito
parrocchiale è la ragione per cui alcune
iniziative già avviate in passato vengono
riproposte con uno slancio rinnovato. "Così come avviene in ogni
parrocchia, anche noi ci troviamo a formulare
alcune proposte - ha affermato
Elisa Gamberoni, 26 anni -. Nostro obiettivo è
quello di puntare sugli
incontri di preghiera e di conoscenza al fine
di coinvolgere un numero
sempre più ampio di ragazzi nelle attività
della chiesa.
L'idea è di basare
tale progetto su quattro punti: l'unità dei
giovani, il servizio al
prossimo, la preghiera e l'evangelizzazione.
In tal modo siamo certi che
tante persone lontane da Dio troveranno la via
per avvicinarsi a Lui".
(SIMONA RUBEIS)